venerdì 3 ottobre 2008

Abruzzo, Di Pietro gioca con Veltroni come il gatto con il topo.


In Abruzzo la partita delle alleanze e della candidatura a presidente assume la rilevanza di un dossier nazionale, decisivo per le future collaborazioni fra Pd e Idv. Il pressing da Roma di Veltroni e Marini spinge ad allargare la alleanza al centro con una intesa con l’Udc e rimettere così sul tavolo delle trattative anche il metodo della scelta del candidato presidente. Ma Di Pietro non ci sta. L’apertura al centro pone al leader del l’Idv due ordini di problemi: primo, rimetterebbe in discussione l’intesa già trovata con Rifondazione sia sulla pulizia delle liste, sia sul nome dal candidato presidente, secondo, darebbe fiato al Pd per cercare un candidato terzo, (De Laurentis?) depotenziando le aspirazioni dell’Idv sia in termini di prestigio con la candidatura Costantini, sia di consenso.

Di Pietro ha scelto la sua linea. Costantini comunque candidato. Questo è il fulcro della strategia. Il Pd se vuole l’alleanza inoltre deve accettare l’imposizione delle liste pulite. Non bastano i decaloghi di principio elaborati dal Pd. E’ necessario che la purezza dell’alleanza sia visibile con liste immacolate. Il Pd deve rinunciare ai big inquisiti. Di Pietro non transige, dunque.

Il dilemma per Veltroni e i suoi sodali abruzzesi resta arduo da risolvere. Una alleanza umiliante con Di Pietro per tentare una difficile vittoria, o una corsa solitaria che poterebbe non solo ad una sconfitta certa, ma potrebbe trasformasi in una indimenticabile debacle?

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